sabato 15 ottobre 2022
Centro Culturale Zavattini, 17.30
Presentazione del libro
Cesare Zavattini
DIARI. 1941-1958
a cura di Valentina Fortichiari e Gualtiero De Santi
La nave di Teseo, 2022
incontro con la curatrice VALENTINA FORTICHIARI
in dialogo con Gino Ruozzi
introduce Simone Terzi
un evento di
SE AVESSI DETTO PIU’ DUE…
AZIONI DI CULTURA a 120 anni dalla nascita di Za
altro in programma > TERRITORI CULTURALI
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informazioni
t. 0522 977612 | biblioteca@fondazioneunpaese.org
ingresso libero | QUI la locandina
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Cesare Zavattini
DIARI. 1941-1958
a cura di Valentina Fortichiari e Gualtiero De Santi
Cesare Zavattini iniziò a tenere regolarmente un diario il 14 gennaio del 1941 e continuò a “resocontare” le sue giornate sino al 1987. I quaderni zavattiniani sono da subito “un tritume di nomi di fatti di pensieri”, un coacervo di temi, personaggi, azioni, progetti, ricordi: cronaca personale e storia italiana formano un amalgama denso e di estremo interesse per il lettore che ha modo di entrare nella mente di un uomo che è stato uno degli artisti più originali e complessi del Novecento.
Zavattini racconta e confessa con un desiderio di sincerità, di conoscenza, di verità disarmanti, nella forma che più gli era congeniale: la scrittura in prima persona, autobiografica, nutrita di immagini e di pensiero, riuscendo a offrire un quadro esatto e insieme appassionato di protagonisti e fatti cruciali del suo tempo. La parte più significativa è rappresentata dalle anteprime inedite di soggetti cinematografici e dei progetti letterari e poetici in nuce, un corpus di poetica di valore inestimabile.
Non mancano momenti lirici, nelle frequenti descrizioni di passeggiate, di luoghi dell’anima (Luzzara, il suo paese, il Po, Roma); nella cura commovente di una famiglia numerosa, nell’amore per il padre, figura onnipresente, invocata e mai dimenticata. Za è un uomo, con le sue debolezze, ma anche e soprattutto un intellettuale raffinatissimo e colto, curioso, vorace, consapevole di sé eppure mai autocelebrativo, che si interroga sul proprio lavoro, sulla vita, i sentimenti, su grandi temi come la pace, l’esistenza di Dio, e delinea con arguzia critica un ritratto originale di tutti coloro che percorsero un tratto di strada accanto a lui lasciando un segno indelebile nel mondo.
In questo primo volume sono raccolti, a cura di Valentina Fortichiari e Gualtiero De Santi, i diari degli anni quaranta e cinquanta, ossia dal 1941 al 1958.
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14 gennaio 1941
Oggi ho deciso di cominciare questo diario. È una prova di più che io sono come gli altri. Non c’è un momento della mia giornata che mi dimostri il contrario: io sono come gli altri. Può darsi che il quotidiano costante rapporto con me stesso mi allontani da questa idea. L’angoscia che mi dà questa idea deve essere anche per questo: che mi accorgo che gli altri hanno le mie stesse idee, si comportano come me. Anzi, certe mie azioni le vedo chiare solo perché gli altri le ripetono e non sono contento di me, cioè le mie sono cattive azioni.
Cesare Zavattini
Se è vero, come diceva, che voleva fare del diario la sua opera, anzi la sua Opera, Cesare Zavattini sarebbe certamente grato a Valentina Fortichiari e Gualtiero De Santi, curatori di questo primo volume che raccoglie una scelta dei taccuini scritti tra il 1941 e il 1958. Primo volume di una serie che ci porterà fino al 1987. Indubbiamente un’opera, una satura lanx, un gigantesco vassoio di frutta mista al modo di quelli latini che riunivano le primizie della terra da donare agli dèi, un «tritume di nomi di fatti di pensieri». Il bello è che questo libro si può attraversare come si vuole, partendo anche dalla fine o da metà e procedendo in avanti e indietro secondo le curiosità, magari aiutandosi con l’indice dei nomi.
Paolo Di Stefano, La Lettura, 564, 18 settembre 2022
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Cesare Zavattini nasce a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, nel 1902 e muore a Roma nel 1989. È stato sceneggiatore, giornalista, commediografo, scrittore, poeta e pittore. Come sceneggiatore ha lavorato con Mario Camerini, Mario Bonnard e Alessandro Blasetti prima di iniziare un lungo sodalizio con il regista Vittorio De Sica. La loro collaborazione darà vita ad alcuni dei più grandi capolavori del cinema neorealista italiano da Sciuscià a Ladri di biciclette senza dimenticare Miracolo a Milano e Umberto D. Ha scritto sceneggiature, tra gli altri, anche per Luciano Emmer, Alessandro Blasetti, Luchino Visconti, Alberto Lattuada e Giuseppe De Santis.
Nata a Milano, Valentina Fortichiari ha sempre lavorato nel settore editoriale. Esperta di archivi e di biografie, ha curato e cura l’opera di Cesare Zavattini e di Guido Morselli, ai quali ha dedicato saggi critici. Ha esordito nella narrativa con il romanzo Lezione di nuoto. Colette e Bertrand, estate 1920 (Guanda 2009), che ha vinto i premi Rapallo per la sezione Ortese, Grazia Deledda e Rhegium Julii, cui hanno fatto seguito Non ha mai quiete, romanzo sulla figura di Leonardo da Vinci (Sedizioni 2015) e La cerimonia del nuoto, raccolta di racconti ispirati dalla sua passione acquatica e dal suo passato agonistico (Bompiani 2018). Nelle edizioni TEA ha pubblicato il manuale Nuotare tutti, subito e bene, diventato nel tempo un vero long seller. Ha svolto e svolge l’attività di libera docenza in comunicazione e tecniche del racconto in diversi Master universitari, tra i quali il Master ideato e diretto da Umberto Eco presso la Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna (5 edizioni), quelli della Fondazione Mondadori di Milano (7 edizioni), dell’Università Statale di Milano (7 edizioni), del collegio Santa Caterina di Pavia (7 edizioni) e dell’Università Cattolica di Milano (3 edizioni), nonché del Laboratorio da lei ideato presso il Circolo dei Lettori di Torino (6 edizioni), e presso «Fenysia, i linguaggi della cultura», scuola fondata da Alba Donati a Firenze.
CENTRO CULTURALE ZAVATTINI
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