TRANSEUROPA EXPRESS | #propostedilettura
——
NARRATIVA & POESIA
“Sul tavolo, una carta geografica con il percorso, uno zigzag fra isole chiamate Bosnia, Serbia, Slovacchia, Ucraina, Carpazi, Moldavia, Bulgaria. Cent’anni fa erano ancora l’Oriente del ‘nostro’ mondo. Oggi sono solo Est, una sigla che marchia le periferie della politica e della mente. La mappa parla chiaro. Il Muro è caduto, ma un pezzo d’Europa si allontana da noi, va alla deriva in un labirinto di frontiere, secessioni, disastri bellici e ambientali.”
Paolo Rumiz
Est: un ghiacciaio che, sciogliendosi, rovina sull’Europa o un baluardo di tradizioni? La proposta di lettura di novembre apre un’ampia finestra sulla narrativa di quella che veniva chiamata Mitteleuropa e ancora più in là, si spinge ai Balcani e oltre i Carpazi, crocevia di culture dalle quali emerge una lunga e intricata storia di popoli, di etnie, di individui, una storia che al fondo ci riguarda. Una letteratura forse ancora troppo poco conosciuta ma che annovera autori di grande qualità meritevoli di un’eco maggiore.
Il mistero del dolore, Dubravka Ugrešic
In viaggio con Erodoto, Ryszard Kapuściński
E’ Oriente, Paolo Rumiz
Il ponte sulla Drina, Ivo Andrić
La ragazza con la leica, Helena Janeczek
La cittadina dove il tempo si è fermato di Bohumil Hrabal.
Una sarabanda guidata dallo scatenato zio Pepin, adorabile matto e poeta spaccone, è il libro più divertente che Hrabal abbia scritto. E se il lettore vi ritrova anche la vena tragica dell’autore praghese, come nelle malinconiche pagine finali, o la vena lirica e sensuale, come nel meraviglioso corteggiamento della macellaia, il più delle volte è costretto a piegarsi in due dalle risate, perché lo zio Pepin, quando è in forma, urla e combina guai come «cento divisioni austriache al comando dell’arciduca Carlo»!
Treni strettamente sorvegliati, Bohumil Hrabal
Nella quiete del tempo, Olga Tokarczuk
Cime abissali, Aleksandr Zinov’ ev
Addio, cowboy, Olja Savičević
Dieci prugne ai fascisti, Elvira Mujčić
Arrivò il tempo di staccare le teste, Hubert Klimko-Dobrzaniecki
Leica Format, Daša Drndić
Il convitto, Serhij Žadan
Ogni giorno, ogni ora, Nataša Dragnić
Io e i miei gatti, Bohumil Hrabal
Le transizioni, Pajtim Statovci
Origini di Saša Stanišić.
E’ un libro sulla prima casualità che segna la nostra biografia: nascere da qualche parte. E su quel che accade dopo. “Sui luoghi che sono la mia patria, quelli della mia memoria e quelli che ho inventato. È un libro sulla lingua, sul lavoro nero, sulla staffetta della gioventù e su molte estati. L’estate in cui mio nonno ha pestato il piede di mia nonna mentre ballavano, e io ho rischiato di non nascere. L’estate in cui per poco non sono annegato. L’estate in cui il governo federale ha deciso di non chiudere le frontiere, simile all’estate in cui sono fuggito, attraverso molti confini, in Germania. ORIGINI è triste, perché per me le origini hanno a che fare con ciò che non possiamo più avere. Ci sono morti e serpenti che parlano, e la mia prozia Zagorka che parte alla volta dell’Unione Sovietica per diventare cosmonauta.”
ORIGINI è anche questo: uno zatteriere, un frenatore, una professoressa di marxismo che ha dimenticato Marx. Un poliziotto bosniaco che vuole farsi corrompere. Un soldato della Wehr-macht che ama il latte. Una scuola elementare per tre alunni. Un nazionalismo. Uno yugo. Un Tito. Un Eichendorff. Un Saša Stanišić. Autore nato a Višegrad (nell’allora Jugoslavia) nel 1978 che vive in Germania dal 1992.
La sorella di Freud, Goge Smileski
Il letto di Frida, Slavenka Drakulić
Sindrome da panico nella città dei Lumi, Matei Vişniec
Dove sono in questa storia, Emir Kusturica
Il cosmonauta, Jaroslav Kalfař
In culo oggi no, Jana černa
Hotel Tito, Ivana Bodrožić
L’amante della tigre, Téa Obreht
Un artista del digiuno, Franz Kafka
Trieste, Daša Drndić
Preghiera per Černobyl’ di Svetlana Aleksievič.
È un toccante reportage che racconta i retroscena e i crudi dettagli della tragedia nucleare del 1986. La centrale sorgeva al confine tra Bielorussia e Ucraina, l’incidente ha quindi interessato pesantemente entrambi i Paesi. Questo reportage, oltre ad essere un ottimo documento che mostra cosa successe la notte dell’incidente e gli anni successivi, aiuta il lettore a capire come si viveva nell’URSS pochi anni prima della sua definitiva caduta.
La notte della Morava, Peter Handke
Danubio Blu, Ferenc Molnár
Abbacinante L’ala sinistra, Mircea Cărtărescu
Abbacinante, il corpo, Mircea Cărtărescu
Abbacinante, L’ala destra, Mircea Cărtărescu
La signorina, Ivo Andrić
Gli orologi nella stanza di mia madre, Tanja Stupar Trifunović
Le lezioni di Selma, Sarah Zuhra Lukanić
Il cerchio, Meša Selimovi
Come se io non ci fossi, Slavenka Drakulić
Italia mon amour di Vladimir Lorčenkov
racconta dell’incredibile voglia di emigrare in Italia degli abitanti di Larga – piccolissimo villaggio moldavo.
La piramide degli spiriti, Virgjil Muci
Finestra sul nulla, E.M. Cioran
Chi ha fatto il turno di notte, Izet Sarajli
Il confine dell’oblio, Sergej Lebedev
Il bacio dell’icona, Anna Achmatova
Nulla voglio dirti, Tamar Radzyner
Poesie e Poemetti, Sergej Esenin
E così via, Iosif Brodskij
Opere, Haŝek
Saggio sul luogo tranquillo, Peter Handke
Figli del diavolo di Liliana Lazar.
Un altro romanzo crudo e potente perché ha per protagonisti dei bambini orfani, di ogni età, che sono stati vessati in modo pesante dal regime comunista. L’infermiera Elena Cosma, protagonista del romanzo, cerca di salvare uno di questi bambini, ma non è semplice quando il mondo sempre completamente impregnato di crudeltà.
Il peso del mondo, Peter Handke
Viaggio in Iugoslavia, Rebecca West
Tre uomini in bicicletta, Paolo Rumiz Francesco Altan
Trans Europa Express, Paolo Rumiz
Gerusalemme perduta.., Monika Bulaj Paolo Rumiz
Bevete cacao van houten!, Ornela Vorpsi
La mano che non mordi, Ornela Vorpsi
Fuorimondo, Ornela Vorpsi
Il paese dove non si muore mai, Ornela Vorpsi
Spie di Dio, Aleksandar Hemon
Freelander, Miljenko Jergović
I karivan, Miljenko Jergović
Sindrome da panico nella città dei Lumi di Matei Vişniec.
Un misterioso editore parigino senza casa editrice, il signor Cambreleng, tenta di istruire un manipolo di romanzieri e personaggi: Jaroslava, esule ceca; Pantelis Vassilikioti, scrittore fallito di multiple origini; Hung Fao, il Solženicyn cinese; la libraia Faviola, sensibile alle grida delle opere morenti; François, cacciato di casa dal proprio gatto; Georges e il suo cane Madox, con una grave dipendenza dai notiziari; Matei, profugo romeno, autore di una poesia capace di sovvertire l’ordine comunista. Quando un giorno Jaroslava mostra al suo mentore una decina di quaderni zeppi di parole raccolte nei luoghi più diversi, dai cartelloni pubblicitari alla segnaletica stradale, dalle etichette dei vestiti ai pacchetti di sigarette, l’editore grida al capolavoro: il libro che racchiude Parigi, un insieme di parole vive in grado di salvare la letteratura… Una folgorante riflessione sulla scrittura, spazio di libertà sempre da conquistare.
La storia del soldato che riparò il grammofono, Saša Stanišić
Briciole della vita, PЁtr Andreevič Vjazemskij
Noialtri, Sergej Dovlatov
La filiale, Sergej Dovlatov
La purga, Sofi Oksanen
Pietroburgo, Andrej Belyi
Suite Francese, Iréne Némirovsky
Le nevi blu, Piotr Bednarski
L’ultimo libro, Zoran Živković
Il Ghostwriter, Zoran Živković
L’anno del giardiniere, Karel Čapek
Paesi tanto vicini ma che spesso appaiono così lontani; eppure leggere i racconti di vite così simili alle nostre seppur così complicate da confini, da una storia cruda ed invadente che il tempo ha trasformato, sembra una attività quasi dimenticata (che rimane nell’oblio).
Tuttavia, anche nel pieno del terrore di regimi molto duri, il proliferare del lavoro di scrittori e scrittrici è stato inarrestabile, regalando al mondo letterario interessanti opere degne di nota.
Leggere una lunga storia sarà un piacere inaspettato, poiché si tratta di una lettura “viva”, pulsante che reclama di essere vissuta.
La maggior parte dei libri proposti rappresentano, infatti, una sorta di “quaderno di appunti” che invita i lettori a partecipare e a condividere spaccati di vita che appartengono a tutti; ammirando questi paesaggi letterari è possibile fantasticare sui luoghi che un tempo hanno conosciuto crudeltà, ma che ora sono restituiti alla pace e al loro splendore ; questa narrativa offre una mappa di sentieri possibili in cui perdersi o riconoscersi, prima, durante e dopo il conflitto; un macigno che ha squarciato territori così permeati si storia e cultura.
E’ vero, la cultura passa anche attraverso gli scrittori, ispirati tuttavia dalla gente comune, dai loro travagli, dalle loro pene, ma anche dalla loro forza, dal loro coraggio, dal loro desiderio di rinnovarsi.
Le storie proposte raccontano tutto ciò; sono storie intense, di accoglienza e diffusione del sapere, ma soprattutto di grande umanità.
——
> vai alla pagina delle novità e proposte di lettura.
——
per informazioni
CENTRO CULTURALE ZAVATTINI
viale Filippini 35, 42045 Luzzara (RE)
t. 0522 977612 | biblioteca@fondazioneunpaese.org
www.fondazioneunpaese.org