*** EVENTO RIMANDATO ***
In seguito alle disposizioni del DPCM del 18 ottobre 2020, l’evento in programma è RIMANDATO.
L’intenzione è di riproporre l’appuntamento in altra data non appena ci saranno le condizioni per lo svolgimento dell’iniziativa.
Al momento non siamo ancora in grado di dare informazioni in merito alla nuova calendarizzazione, che dovrà essere concertata in relazione alla disponibilità degli ospiti, all’accessibilità delle sedi e alle disposizioni normative in vigore.
Sarà nostra cura tenervi aggiornati. Ci scusiamo per i possibili disagi.
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sabato 24 ottobre 2020
Centro Culturale Zavattini, ore 17.30
Verità e Parola nell’opera di Cesare Zavattini
Il linguaggio come parabola morale alla ricerca del significato perduto
Incontro con Gloria Sgherri Esposto
in conversazione con Simone Terzi, Fondazione Un Paese
“Il pensiero non è cosa
la cosa è più del pensiero.
Il corpo va da solo e compie fatti che sono pensieri.”
Cesare Zavattini, Circa i morti, cit. in G. De Santi, Ritratto di Zavattini scrittore
“Zavattini è stato un caso unico nel panorama culturale a lui contemporaneo, originale persino all’interno del movimento neorealista cui, molto spesso, si è soliti ricondurlo, in nome della sua prolungata e proficua collaborazione con Vittorio De Sica. Questo isolamento, molte volte confuso con uno sfrenato egocentrismo che non faceva assolutamente parte del temperamento del nostro autore, come egli stesso scrive nelle sue carte private conservate nell’archivio di Reggio Emilia, è alquanto significativo e, soprattutto, indice di una certa modernità e preveggenza”.
Gloria Sgherri Esposto
Nonostante si sia dibattuto a lungo sulle tematiche e sui modi zavattiniani, evidenziandone molto spesso i legami con quel filone umoristico di discendenza pirandelliana che annoverava tra i militanti l’amico e collaboratore Achille Campanile, ritorna utile instaurare dei paralleli con la letteratura europea, per dimostrare come le opere zavattiniane possano coerentemente allinearsi in uno sfondo internazionale. Ed è il fattore linguistico ciò che legittima questo raccordo e ciò che al contempo, però, allontana Zavattini dalle varie avanguardie, la cui libertà di espressione è comunque data a posteriori, canonizzata in un manifesto.
“Il foglio bianco mi ricorda il latte,
il latte mi ricorda il catte,
il catte mi ricorda il viatte,
il viatte il latte.”
Cesare Zavattini, Non libro più disco, 1970
L’incontro, inserito all’interno dei percorsi di valorizzazione della figura di Cesare Zavattini, pone l’accento sui termini Verità e Parola, entro cui si è svolta la ricerca di Gloria Sgherri Esposto. Al centro della ricerca il linguaggio come scelta morale e come l’abuso di significato abbia condotto Zavattini al recupero della lingua dialettale, con la speranza di raggiungere quel tanto agognato contenersi in un unica parola, “Sa pudés stricarm’ in d’na parola a durmirés”
“Ieri io passeggiavo con il signor Mack: mi raccontava certe sue lunghe avventura d’amore.
Improvvisamente mi punse l’idea di dire forte: bababarabà. Cercai di distrarmi, ma l’agitazione cresceva. A un tratto esclamai: bababarabà.
Il signor Mack mi guardò con gli occhi spalancati e proseguì la narrazione. Mi pareva di essermi liberato di un gran peso.
Ma ecco, dopo pochi minuti, un’altra idea imperiosa mi tormenta: ‘devi dire: bebeberebè…’ ‘Impossibile,’ pensavo, ‘impossibile, piuttosto scappo… ’
Invece, di lì a cinque secondi, esclamai: ‘bebeberebè’.”
Cesare Zavattini, Parliamo tanto di me, Bompiani, Milano, 1931
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Gloria Sgherri Esposto nasce a Pesaro, nel 1987. Dopo la maturità frequenta la facoltà di Lettere Moderne dell’Università di Urbino ‘Carlo Bo’, dove si laurea in letterature comparate in triennale e magistrale, rispettivamente nel 2010 e nel 2012, con relatore Gualtiero De Santi. Alcuni estratti della tesi compaiono sulla rivista letteraria ‘Fermenti’ e l’intero elaborato viene poi pubblicato da Contino Editore. Nel 2014 frequenta a Torino un master di editoria e nel 2017 un secondo master in critica cinematografica presso l’Università di Urbino. I campi di ricerca e di studio si rivolgono principalmente alla letteratura italiana e francese del Novecento, alla linguistica e filosofia del linguaggio e al cinema, mantenendo l’approccio comparatistico della propria formazione. Nasce così, anche grazie a varie collaborazioni con la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, con la Rivista di Studi Pasoliniani e con la Cineteca di Rimini, l’interesse sulla figura di Zavattini e sulla sua produzione letteraria.
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PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
– nomi e cognome di ogni singolo prenotato;
– i codici fiscali di ogni singolo prenotato;
– indicare se ci sono parenti o congiunti tra i prenotati.
tel. 0522 977612 | biblioteca@fondazioneunpaese.org
E’ necessario attenersi alle disposizioni regionali vigenti in vigore per cinema, teatri e spettacoli dal vivo.
Nell’immagine, elaborazione grafica di una fotografia al monumento dedicato a Cesare Zavattini, inaugurato il 19 agosto 1990 a Cerreto Alpi. Scultura in pietra realizzata da Remo Belletti.
L’iscrizione sulla targa riporta:
“SCRITTORE, LETTERATO, PITTORE UOMO DI CINEMA HA RICEVUTO RICONOSCIMENTI DA TUTTO IL MONDO DELLA CULTURA. PARMA E MILANO GLI HANNO CONFERITO LA CITTADINANZA ONORARIA, HOLLYWOOD GLI HA ASSEGNATO L’OSCAR E IL PREMIO INTERNAZIONALE DEL CINEMA, RICEVUTO PRIMA DI LUI SOLO DA CHARLOT. IL COMUNE DI COLLAGNA GLI HA DEDICATO QUESTA SCULTURA ISPIRATA DALLE SUE POESIE DIALETTALI. HA VISSUTO LUNGHI PERIODI A GABELLINA E CERRETO ALPI OSPITE DELLA SORELLA TINA SENTIERI. HA RACCOMANDATO LA COSTRUZIONE DELLA STRADA CHE CONGIUNGE CERRETO ALPI ALLA STATALE, REALIZZATA NEL 1947 DAL MINISTRO ROMITI”.
CENTRO CULTURALE ZAVATTINI
[ non si è mai soli a credere nelle cose vere ]